Il testo integrale dell’editoriale 01/2012 di Renzo Fior per il bollettino di Emmaus Italia:
Le vicende finanziarie con le derive drammatiche nella vita di tutti i giorni per milioni di cittadini non solo italiani, ci hanno costretto, nostro malgrado, ad aprire gli occhi su questo mondo che ai più si presenta come una nebulosa di difficile se non di impossibile comprensione.
Siamo stati proiettati a capire termini nuovi che ci proiettano in scenari apocalittici che dall’oggi al domani stanno avendo ricadute pesanti sulla vita quotidiana.
Tutto questo assume connotati ancora più preoccupanti perché ci rendiamo conto che con un click sul mouse si possono spostare ingenti quantità di denaro che rischiano di mettere in ginocchio intere economie di quei Paesi che cercano con fatica di uscire dalla spirale della povertà e dell’emarginazione mondiale; in questi ultimi anni queste economie di sussistenza hanno riscontrato aumenti superiori al 100% dei beni di prima necessità e tutto questo per un gioco speculativo attraverso quello strumento che oggi sentiamo chiamare “i derivati”.
Questo stato di cose ci interpella in prima persona come movimento che con le proprie azioni e con il sostegno solidale in queste aeree del mondo tenta da decenni di essere un lievito di promozione e di crescita.
Cosa significa oggi essere solidali, sostenere queste economie di sussistenza quando in un attimo tutto lo sforzo può essere vanificato dal “gioco finanziario” che viene fatto in alcuni posti della terra dove l’unico interesse è il profitto e la massimizzazione del profitto a beneficio di alcuni milioni di persone che costituiscono lo 0,15 % degli abitanti del pianeta?.
Al di là del valore di questo impegno di solidarietà, che deve continuare, siamo obbligati a rivedere gli strumenti per raggiungere gli obiettivi che sono quelli per una giustizia economico-sociale diffusa. Dobbiamo essere consapevoli che non possiamo far finta di niente; nel nostro quotidiano impegnarci per il riscatto dell’uomo dobbiamo ormai essere consapevoli che non possiamo esimerci dal contrastare in maniera forte e decisa questa finanza distruttrice. ?
Ancora una volta, ma ce lo siamo detto tante volte, il nostro impegno deve esercitarsi qui nel nord del pianeta dove esistono ed operano i grossi potentati finanziari che usano come carne da macello miliardi di persone e le assoggettano ai loro sporchi intrighi ed interessi.
La prima solidarietà quindi che dobbiamo esprimere ai fratelli del sud del mondo comincia nel momento in cui ci rendiamo conto di ciò che oggi è la finanza mondiale e continua nella misura in cui sappiamo trovare strumenti adatti per contrapporsi ed eliminare le loro armi. Siamo chiamati ad assumere nuove competenze, nuove capacità se vogliamo che la nostra azione sia efficace; nessuno di noi credo vuole essere un burattino nelle mani di burattinai senza scrupoli e morale.
Detto questo il lavoro che rimane da fare è immane per la nostra incapacità, per uno scenario nuovo e tante volte indecifrabile con connessioni e ramificazioni che ci obbligano ad uno studio attento e rigoroso.
Come fare questo? Come far si che anche l’economia e la finanza possano diventare quel “bene comune” che come per l’acqua non è possibile privatizzare ma devono contenere ed aver presente un orizzonte comunitario ed universale?
Già abbiamo uno strumento importante che ci può senz’altro aiutare: la banca etica.
Emmaus Italia è stata tra i cofondatori di questa banca alternativa che a distanza di dieci anni dalla sua nascita già ha dato segni importanti sia nella gestione del risparmio sia nell’utilizzazione di questo risparmio per un’economia che va nel senso della solidarietà, del rispetto dell’ambiente, dell’autogestione, della partecipazione democratica.
Far conoscere la banca, sostenerla con i nostri risparmi, accompagnare le lotte che la banca a livelli più alti sta facendo per un’economia rispettosa dell’uomo e delle sue aspettative di vita.
“Non con i miei soldi” questo deve diventare lo slogan per opporci alla deriva finanziaria: è il primo atto, il primo gesto di ribellione contro questo stato di cose. Rendiamoci conto che abbiamo delle armi in mano che possono spostare la bilancia e rendere più fragile la tracotanza dei poteri forti.
Siamo delle piccole formiche…ma milioni di formiche possono spaventare ed annientare anche il più grosso pachiderma della foresta….
Renzo Fior